Kalàscima

Kalàscima è un nome composto da due parole in griko, che è il dialetto che si ancora oggi si parla in nove comuni della zona centrale della penisola salentina che si chiama appunto Grecìa salentina ed è una sorta di misto tra greco antico e il dialetto. Queste due parole sono “kala”, derivante dal greco antico kalos, che significa bene, bello, ed ha quindi una connotazione positiva e “scima” che deriva da askemon invece significa il contrario significa brutto, cattivo, disgustoso. Da questo contrasto prende nome una delle band protagoniste dell’ultima ondata del rinascimento del folk salentino, che si muove in una dimensione planetaria, contemporanea e non da cartolina.
Musica delle radici, che disegna le geografie sentimentali di una terra, ricuce con un filo invisibile i legami tra passato e presente, guarda al futuro proponendo una miscela originale di antiche e nuove sonorità. È questa la cifra stilistica della produzione artistica del gruppo pugliese di world music Kalàscima nel 2019 aprì il concerto di Patti Smith al Medimex di Taranto.
Sei amici del profondo Salento, cresciuti insieme suonando e cantando insieme le melodie e i ritmi ipnotici del magico rituale della Taranta. Reinventano la tradizione con un mix di elettronica, beat lisergici, melodie originali e atmosfere folk delle proprie origini: dialetto salentino, inglese e griko creano un ponte immaginario tra la musica pugliese e la scena internazionale. Nella loro musica rock, punk e pizzica s’intrecciano e si confondono. «Il tamburello è super rock e anche punk: il tamburello è sangue e sudore, rock’n’roll e punk. Non conosce compromessi e chiede solo di spaccare e andare avanti», sostengono.
Con Psychedelic Trance Tarantella, titolo di un loro disco del 2014, hanno definito la nuova visione della pizzica tradizionale. «Scrivere nuova musica popolare, oggi, significa cercare strade, ancora inesplorate, per trovare una luce nuova per le nostre radici. La tradizione la conosciamo, è li, nei libri, negli archivi, nelle registrazioni», spiegano. «Oggi c’è bisogno di dare alla musica tradizionale salentina la possibilità di confrontarsi con quello che c’è fuori, lasciarla libera di annusare, cercare, incontrarsi e fondersi con tutto ciò che le può dare nuova linfa vitale, come è successo per tante altre musiche tradizionali di altrettanti popoli del mondo».
I Kalàscima non si limitano a rileggere, sia pure in chiave elettronica ed elettroacustica, per l’ennesima volta il folklore meridionale con il solo intento di compiacersi, ma creano una nuova forma di musica popolare che fa uso degli strumenti moderni e di testi attuali. Come nella rockeggiante Vortoj, inserita nell’album K, in cui la band si ispira tanto al simbolismo del poeta romantico inglese William Blake (“The Angel” ed “Eternity”) quanto al lirismo griko di “Klama” del salentino Franco Corlianò. I Kàlascima non stravolgono, piuttosto difendono e aggiornano l’identità culturale della loro terra come in Sex Drugs and Pizzica Pizzica, brano dalla carica punk-rock in cui la band salentina punta l’indice contro il modaiolo e sempre più massificato turismo estivo, che si riversa nella loro terra.
I loro concerti promettono sangue e sudore, fuoco e fiamme di tamburi ed elettronica.

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2022 | 13ª Edizione